N° 98
1.
La sede della sezione
americana dello S.H.I.E.L.D. si trova a Washington D.C. in un edificio di sette
piani che si affaccia sul fiume Potomac realizzato in quello che negli Stati
Uniti è chiamato stile governativo. L’ufficio del Direttore regionale George
Washington Bridge si trova all’ultimo piano ed è qui che entrano la bionda
supereroina nota come Capitan America e l’eroe afroamericano di nome Falcon. Ad
accoglierli ci sono lo stesso Bridge ed il Direttore Generale Nick Fury in
persona. Con loro ci sono anche tre persone che Cap non ha mai visto prima: un
uomo dell’apparente età di 35/40 anni, elegante, dal portamento aristocratico,
i capelli brizzolati ed occhiali con montatura di tartaruga, che indossa un
completo grigio, un altro uomo forse un po’ più giovane dai capelli castani,
vestito di nero ed anche lui con gli occhiali ed infine una giovane donna dai
lunghi capelli castani decisamente attraente.
Chi
possono essere e che ci fanno qui? Si chiede Liz Mace perplessa.
-Capitano….
Falcon…- esordisce Nick -… vi presento
Mademoiselle Gabrielle Delatour, del D.G.S.E.-[1].
Un’agente dell’’omologo francese
della C.I.A., interessante, pensa Cap mentre la Francese abbozza un sorriso.
-Mr Daniel Whitehall del MI6.-[2] prosegue
Nick.
-Sono davvero lieto di
fare la conoscenza della famosa Capitan America.- dice con un impeccabile
accento di Oxford l’uomo in grigio, accennando una sorta di inchino e tendendo
la destra a Liz.
-E per ultimo ho
lasciato Charles Dalton della C.I.A.- completa Fury.
-Anche per me è un
piacere incontrarla, Capitano... ed anche Falcon naturalmente..- aggiunge
l’uomo in nero.
-La presenza qui
agenti di tre dei maggiori servizi segreti del Mondo può significare solo una
cosa: guai.- commenta, sarcastico, Falcon.
-E questi guai hanno
un nome preciso: Hydra.- replica Gabrielle Delatour.
Tanto per cambiare, pensa Cap.
Il massiccio avvocato afroamericano
Benjamin “Big Ben” Donovan entra nel suo appartamento di Harlem seguito dalla
dottoressa Claire Temple, anche lei afroamericana.
Con gesti rapidi Big Ben si sbarazza
di giacca e cravatta poi comincia a slacciarsi la camicia dicendo:
-Dopo la notte
passata in guardina[3] ho
proprio bisogno di una bella doccia.- rivolge un sorriso ammiccante alla donna
ed aggiunge -Ti va di farmi compagnia?-
Claire fa una smorfia, scuote il
capo e ribatte:
-Sei sempre il
solito, Big Ben… niente di strano che tu finisca sempre per metterti nei guai.-
-Fa parte del mio
fascino, baby.-
-Preferisco non
commentare. Il tuo cosiddetto fascino ti ha messo ancora più in urto con tuo
figlio. Ha ottenuto addirittura un ordine restrittivo contro di te.-
-Vero: non posso
avvicinarlo o chiamarlo ma l’ordinanza del giudice non dice niente sulla
puttanella con cui stava Little Ben. Con lei posso parlare.-
-Big Ben!- esclama in
tono esasperato Claire -Che intenzioni hai?-
-Per ora solo di
farmi una doccia…. E il mio invito è sempre valido.-
Claire sospira
In un’installazione segreta nella
Contea di Arlington in Virginia una donna attraente ed elegante squadra un
gruppetto di uomini e donne che indossano tutti un costume attillato il cui
design e colori sono chiaramente ispirati alla bandiera degli Stati Uniti.
Per qualche istante si limita a
passarli in rivista in silenzio poi dice:
-È arrivato il
momento della vostra prossima impresa.-
-Per impegnarci tutti
deve essere qualcosa di molto grosso.- dice uno del gruppo.
La donna sorride e ribatte:
-Lo è, Minuteman,
puoi credermi.-
2.
Falcon emette un fischio e commenta:
-E così adesso l'Hydra
vi preoccupa abbastanza da unire le forze? Pensavo che i servizi segreti dei
vostri paesi fossero restii a collaborare tra loro.-
-Una diffusa ma
errata leggenda metropolitana.- replica Charles Dalton -Anche se ammetto che
occasionalmente ci sono delle rivalità, quando l’occasione lo richiede siamo
pronti a collaborare contro un nemico comune.-
-Che sarebbe l’Hydra,
giusto?- interviene Capitan America -Eppure finora siete stati ben lieti di
lasciare questa patata bollente allo S.H.I.E.L.D. quindi cosa vi ha fatto
cambiare idea? Fatemi indovinare: è la faccenda dei cloni.-
-In effetti l’idea
che importanti funzionari dei nostri rispettivi governi e servizi di
intelligence possano essere stati sostituiti da cloni fedeli all’Hydra è
inquietante. Non sappiamo di chi fidarci. Chiunque ci stia accanto potrebbe
essere al servizio di quella sinistra organizzazione.- ammette Daniel Whitehall
poi fa un sorrisetto ed aggiunge -Perfino io.-
-Lei non è un clone,
Whitehall.- ribatte Fury -È stato controllato al suo arrivo qui dai nostri
sistemi di rilevazione. Tutti e tre lo siete stati ed è certo che siete gli
articoli originali.-
-È un sollievo sapere
che non dovremo guardarci le spalle gli uni dagli altri.- commenta,
apparentemente sollevato, Whitehall.
-Ma il problema dei
cloni rimane.- precisa Gabrielle Delatour -Ho sentito che voi dello
S.H.I.E.L.D. sareste in possesso di una loro lista.-
-Solo di quelli che i
servizi segreti russi avevano infiltrato qui negli Stati Uniti prima che
l’Hydra strappasse loro il controllo dell’operazione e ci hanno pensato i Russi
stessi ad eliminarli.-[4]
replica Nick.
-Quei dannati Russi
hanno il dannato vizio di venire a combinare casini in casa nostra.- commenta
Dalton acido -Vista la situazione attuale non possiamo contare che collaborino
anche se hanno i nostri stessi guai.-
-Non è detto.-
replica Fury sibillinamente poi aziona l’interfono e dice -Huff, faccia entrare
i nostri altri ospiti.-
Una porta si apre ed entrano una donna bionda che
indossa l’uniforme delle Forze Aerospaziali Russe ed un uomo chiaramente cinese
dai capelli e baffi castani vestito all’occidentale con un impeccabile completo
blu.
-Immagino che alcuni di voi conoscano già il
Tenente Colonnello
Anna Nikolaievna Amasova, Addetto Militare dell’Ambasciata russa e forse anche
Mr. Ling Kwai del Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a New
York -
-Il Colonnello
Amasova credo sia ben nota a tutti noi come rezident
[5]del
G.R.U. negli Stati Uniti.- replica Whitehall -Quanto a Mr. Ling, mi è capitato
di leggere un dossier su di lui redatto da un paio di nostri agenti un po’ di
tempo fa che lo identifica come agente del Ministero per la Sicurezza di Stato
della Repubblica Popolare. All’epoca, però si faceva passare per un
illusionista e c’era di mezzo un antico drago di giada se non ricordo male.-[6]
L’uomo in questione sorride
toccandosi i baffi alla mongola e replica:
-Mi complimento per
la sua conoscenza di fatti risalenti a parecchi anni fa, Mr. Whitehall. Come
vede, anch’io so chi è lei.-
-Mi stai chiedendo di
collaborare coi Russi e coi Cinesi qui sul suolo americano ed in questo
momento?- sbotta Dalton -Devi essere impazzito Fury! La Casa Bianca non lo
autorizzerà mai.-
-Innanzitutto qui
tecnicamente qui non siamo soggetti alla giurisdizione americana. Questo
edificio gode dell’extraterritorialità concessa alle Nazioni Unite. E poi…
quando mai hai chiesto l’approvazione della Casa Bianca prima di dare il via a
qualcuno dei tuoi giochetti, Charles?- ribatte Nick.
Dalton tace e Gabrielle Delatour
interviene:
-Per me va bene.-
-E per parafrasare
Churchill, io non avrei problemi ad allearmi col Demonio pur di sconfiggere
l’Hydra.- precisa Whitehall.
-E quindi possiamo
pensare a coordinare i nostri sforzi per raggiungere l’obiettivo comune.-
taglia corto Nick.
-Il mio governo ha
apprezzato il fatto che ci abbiate fornito il vostro congegno per individuare i
cloni.- interviene Anya Amasova -Considerato che lo S.H.I.E.L.D. è stato
espulso dalla Federazione Russa e dopo che uno dei nostri agenti ha tentato di
uccidere uno dei vostri.-
-Nessun rancore. A
proposito… confido che l’Agente Derevkova sia già tornata in Russia -
-Ovviamente sa già
che è così,, Colonnello. So bene che i suoi agenti ci hanno tenuti sotto
sorveglianza e l’hanno sicuramente già informata che dopo aver trascorso la
notte alla nostra ambasciata la Vedova Bianca è partita stamattina con un volo
speciale.-
O almeno è quel che spero che
crederai, pensa la donna che dice di essere Anna Nikolaievna Amasova.
In un luogo segreto nei sotterranei
della città di New York una donna dai capelli rossi fasciata in un abito di
Dior dello stesso colore che sembra disegnato sulle sue forme generose si
rivolge ad un uomo che indossa una tuta verde su cui è iscritto il simbolo
della falce e martello ed il cui volto è coperto da una maschera a forma di
teschio di un vivido colore scarlatto:
-Non è mia intenzione
criticarti, Compagno Teschio Rosso, ma mi chiedevo che necessità ci fosse di
arruolare tra noi la Vedova Bianca quando hai già a disposizione degli
assassini esperti come me, Finisher e Dolnovitch.-
-Provi forse della
gelosia professionale, mia deliziosa Esecutrice?- ribatte l’uomo che si fa
chiamare Teschio Rosso -Non preoccuparti, nessuno ti ruberà lo scettro di Maestra
assassina della mia organizzazione. La Vedova Bianca mi è indispensabile per
una certa operazione mentre tu… per te ho altri piani che saprai presto,
qualcosa di veramente adatto alle tue capacità.-
La riunione nella sede dello
S.H.I.E.L.D. a Washington è finita. Nell’ufficio di Bridge sono rimasti solo
lui, Fury, Capitan America e Falcon.
-Avrei un favore da
chiederle, Colonnello.- dice Liz Mace.
-Che suppongo
riguardi quei nuovi eroi patriottici che ieri hanno sventato un attentato.-
replica Nick poi sogghigna ed aggiunge -Non dovresti essere sorpresa, non era
difficile da immaginare visto che la bionda in quel terzetto si fa chiamare
American Dream ed abbastanza ovvio che non sei tu. La tua curiosità al riguardo
era scontata.-
-Detesto essere prevedibile.-
borbotta Cap -Se avete indagato, cosa avete scoperto?-
-Quasi niente.-
risponde G.W. Bridge -Stiamo confrontando i dati biometrici di tutti e tre
presi dai filmati con quelli di tutti i database disponibili ma finora senza
successo, il che è insolito.-
-A meno che i nostri
amici non compaiano in nessun database ma dovrebbe essere impossibile.-
commenta Falcon.
-Non del tutto.-
ribatte l’altro -I database possono essere manipolati se si ha la tecnologia
giusta o se….-
-Se si è un’agenzia
governativa.- conclude Capitan America.
3.
La donna dai lunghi
capelli biondi entra nella saletta e rivolge un sorriso all’uomo dai capelli
rossi e gli occhiali che indossa un completo tre pezzi marrone ed è in piedi
davanti ad una finestra.
-È un piacere rivederla,
Henry.- lo saluta -La trovo in forma.-
Henry Peter Gyrich fa una smorfia e
replica:
-È in ritardo,
Sofen.-
-Solo di cinque
minuti. Dovrebbe imparare a rilassarsi.-
-Avrò tempo di
rilassarmi quando sarò morto. Mi sono assunto un compito impegnativo e voglio
portarlo a termine nel più breve tempo possibile. A questo proposito, come sono
andate le cose nel Nevada?-
Karla Sofen fa un sorrisetto
ammiccante e risponde:
-Come avevo previsto,
il Generale Fortean si è dimostrato addirittura entusiasta di collaborare. La
mia valutazione sul suo profilo si è dimostrata corretta.-[7]
-Non si vanti troppo,
Sofen. Il suo indubbio talento come psichiatra non è mai servito ad evitarle la
galera in passato.-
-Lo so e la ringrazio
di avermi dato quest’opportunità di riscattare i miei errori passati.-
-Non faccia la
santarellina con me, Sofen. So bene che opportunista sia realmente ma è vero che
le sue capacità mi sono utili. Ammetto che le sue valutazioni sui candidati per
i miei progetti si sono dimostrate preziose.-
-Ho visto che ha dato
il via al Progetto Patrioti. È andato tutto secondo i piani a quanto pare. A
quando la loro seconda uscita?-
-Se tutti faranno la
loro parte, domani. L’Agente Zero è pronta?-
Karla Sofen sogghigna prima di
rispondere:
-Non vede l’ora di
tornare in azione. Da quando la sua personalità è stata reintegrata è ancora
più potente e pericolosa di prima.-
-Ma è anche
affidabile?-
-Decisamente si. È
assolutamente sotto controllo.-
Il mio controllo per essere esatti,
pensa la donna un tempo conosciuta come Moonstone.
Big Ben Donovan entra nel suo
ufficio e ci trova una sorpresa: ad attenderlo c’è un uomo dal fisico massiccio
quasi quanto il suo ed afroamericano come lui.
-Era ora che
arrivassi, Big Ben.- gli si rivolge senza tanti preamboli.
-Anch’io sono felice
di vederti Frank.- replica Big Ben sarcastico -A casa debbo l’onore?-
-Non prendermi in
giro. Ribatte Frank Raymond -Ti ho affidato la difesa di mio fratello e tu cosa
mi combini a pochi giorni dall’inizio del processo? Ti fai arrestare per aver
aggredito una prostituta.-
-Non è del tutto
esatto: ho solo sfondato una porta a calci e non ci sono state denunce. Sono
pulito come un angioletto.-
-Ah, buona questa!-
-Ascolta, Frank. Se
non ti vado più bene puoi sempre sostituirmi. Potresti difenderlo tu, tuo
fratello. Sei un avvocato abbastanza in gamba dopotutto.-
-Preferirei non
farlo, lo sai.-
-Certo, temi di non
avere abbastanza distacco e lucidità per una difesa efficace e probabilmente
hai ragione. Io posso vincere questa causa anche se non ci sono dubbi che lui
sia davvero il Cacciatore Notturno e questo mi fa venire in mente una cosa: ha
fatto davvero tutto da solo o era aiutato da qualcuno?-
-Cosa vorresti
insinuare Big Ben?-
-Proprio nulla.-
replica Big Ben con un sogghigno divertito -Nulla davvero.-
Il
Palazzo del Campidoglio a Washington D.C. non è abbastanza grande da poter
ospitare tutti i 100 Senatori ed i 435 Rappresentanti che costituiscono IL
Congresso degli Stati Uniti d’America e così molti di loro hanno dovuto
accontentarsi di una sistemazione in uno dei palazzi adiacenti spesso costruiti
appositamente. Uno di questi è il Dirksen Senate Office Building. Il neo
Senatore dello Stato di New York Andrew
Bolt ne sta percorrendo i corridoi di ritorno da una riunione di una delle
commissioni ospitate nell’edificio Non bada alle chiacchiere dei colleghi più
anziani che sono con lui, la sua attenzione è concentrata sulle imminenti
elezioni primarie che decideranno se sarà lui il candidato alla successiva
elezione speciale per il seggio a cui è stato nominato provvisoriamente in
sostituzione di Miles Brickman assassinato da Mystica, [8]
Improvvisamente una voce dura e secca lo strappa alle sue riflessioni.
-Che nessuno si
muova!-
Uomini e donne che indossano una
sorta di uniforme bianca e nera sono comparsi all’improvviso e puntano sui
presenti armi automatiche. Per quanto sembri incredibile, il Campidoglio è
sotto attacco.
4.
Un attacco ai simboli del potere
politico degli Stati Uniti non è cosa di tutti i giorni. Nella mente di tutti è
ben presente il ricordo di quanto è accaduto quel fatale 11 settembre 2001 e la
macchina della Sicurezza Interna si mette in moto con rapidità ed efficienza.
Per una fortunata coincidenza il Presidente non è a Washington, una
preoccupazione in meno per coloro che si precipitano sul luogo che viene subito
isolato.
Le trasmissioni di tutte le
principali TV nazionali sono improvvisamente interrotte e sugli schermi appare
il volto, parzialmente nascosto da grandi occhiali scuri bordati di bianco, di
una giovane donna dai lunghi capelli rossi che parla con voce ferma:
<<Il mio nome è
Anarchy e rappresento U.L.T.I.M.A.T.U.M.[9]
un’organizzazione mondiale il cui scopo è l’abbattimento di tutti gli Stati e
l’eliminazione di ogni frontiera con qualunque mezzo necessario. Gli Stati
Uniti stanno perseguendo una politica scellerata verso il resto del Mondo.
Hanno bisogno di una severa lezione e la impareranno nel modo più duro.
U.L.T.I.M.A.T.U.M. non desidera far del male agli innocenti e darà il tempo
alla popolazione di evacuare l’area prima di far detonare una bomba
termonucleare. Solo i politici che abbiamo preso prigionieri resteranno qui.
Sono complici del sistema, in nessun modo possono essere definiti innocenti. Se
però verrà effettuato un qualunque tentativo nei nostri confronti, la bomba
verrà fatta detonare immediatamente.>>
La trasmissione finisce ed a Camp
Lehigh in Virginia, il Maggiore dei Marines Elizabeth Mary Mace serra le labbra
ribollendo di frustrazione. Non ha grandi speranze di arrivare a Washington in
tempo utile ma non può starsene a guardare senza almeno tentare. Si rivolge al
suo capo sezione il Maggior Generale dell’Esercito Kragg:
-Signore, richiedo
l’autorizzazione a recarmi a Washington assieme al Tenente Mills.-
-Approvo l’idea.-
dice il Tenente di Marina Franklin Mills.
-Non vedo di che
utilità potreste essere, ma se ci tenete tanto, potete andare.-
-Vorrei unirmi a
loro, Generale.- interviene il Colonnello delle Forze Speciali Carolyn “Cary”
St. Lawrence.
-Prenda pure il
comando allora, Colonnello. Andate pure.-
Pochi
minuti dopo un elicottero pilotato personalmente da Franklin Mills decolla
verso la Capitale.
-Suppongo che tu
voglia intervenire come Capitan America.- dice Mills rivolto a Liz -Hai già
un’idea di cosa fare?-
-Non ancora, ma qualcosa
mi verrà in mente.-
-Ecco una cosa che ho
sempre adorato di te: il tuo ottimismo.- commenta, ironico Mills.
-Potrei dire lo
stesso.- aggiunge Cary.
-Siete davvero
divertenti.- ribatte Liz -Ora fate i bravi bambini e non guardate mentre mi
metto il costume.-
-Tanto non vedrai
nulla che non abbia già visto in precedenza.- commenta con un sorrisetto Mills.
-Tipico commento da
maschio… anzi da maschilista.- ribatte Cary.
Intanto Liz ha finito di indossare
il costume e dopo essersi sistemata la maschera sul volto impugna lo scudo per
poi rivolgersi ai suoi compagni:
-Siamo sopra il
Campidoglio. È ora di entrare in azione.-
Senza esitare Cap salta
dall’elicottero e si getta nel vuoto.
-Quella matta!-
esclama Cary St. Lawrence -Cosa pensa di dimostrare?-
-Che è Capitan
America, suppongo.- replica Franklin Mills.
L’area metropolitana di Washington è
sede di praticamente tutte le agenzie federali che si occupano a vario titolo
di sicurezza nazionale e naturalmente della Polizia Metropolitana che ha
schierato sostanzialmente tutta la sua SWAT, cosa, del resto, fatta anche da
quelle agenzie federali che ne hanno una. Anche lo S.H.I.E.L.D. si è mosso e perfino reparti delle Forze
Speciali militari stanno convergendo nell’area interessata.
-Credevo che U.L.T.I.M.A.T.U.M.
fosse stato debellato ed il suo leader, lo Spezzabandiera fosse ormai fuori dai
giochi.-[10]
dice John Reynolds della National Security Agency.
-A quanto pare, c’è ancora
in giro qualche fazione di irriducibili che non si rassegna.- replica il Vice
Direttore del F.B.I. Nelson Stone
-Che sappiamo di
questa Anarchy?- chiede ancora Reynolds.
-Ben poco.- ammette Jack
Norriss,-Vice Direttore del F.B.S.A. -Tempo fa si è scontrata con Moon Knight
ed il Punitore.-[11]
-Ha incontrato il
Punitore ed è sopravvissuta? Deve essere davvero tosta.-
-Oppure è stata
semplicemente molto fortunata.- ribatte Maria Hill, anche lei Vice Direttore
del F.B.S.A. -In ogni caso la sua fortuna deve finire oggi. Non possiamo
permettere ai terroristi di dettare legge in casa nostra.-
-E come conta di
impedirlo, Miss Hill?- interviene un uomo corpulento vestito di nero e con
spessi occhiali.
-Vice Direttore Hill,
prego. E lei chi sarebbe?-
-Sonny Burch
Sottosegretario del Dipartimento di Sicurezza Interna.- si presenta l’uomo con
un sorriso fintamente amabile -Tecnicamente sono un suo superiore Miss Hill.-
Maria non nasconde il disprezzo nel
suo sguardo.
-Se ha dei
suggerimenti utili ad evitare che il Distretto di Columbia diventi un deserto
nucleare saremo tutti lieti di ascoltarli, Mr. Burch.- ribatte.
-Lei ed i suoi
colleghi siete pagati proprio per trovare soluzioni a problemi del genere. Quindi
guadagnatevi la paga.-
-La fa facile lui.-
commenta a bassa voce Nelson Stone.
-Dove sono i
supereroi che hanno affrontato U.L.T.I.M.A.T.U.M. in passato?- chiede John
Reynolds -Dov’è Capitan America?-
Una figura vestita di bianco rosso e
blu si muove agilmente sul tetto del Dirksen Building mentre i suoi lunghi
capelli biondi ondeggiano al vento. Finora tutto bene, pensa, ma non durerà,
non può durare
Più
in basso un’altra figura vestita dei colori della bandiera striscia sul terreno
nei pressi dello stesso edificio. È un uomo la cui parte superiore del volto è
coperta da una maschera che gli lascia scoperti i capelli castani.
-Minuteman in
posizione.- sussurra in un laringofono -Sono pronto ad entrare in azione.-
Da un'altra parte un uomo che veste
una maglia bianca su cui è dipinta la prima bandiera americana, pantaloni
azzurri, stivali e mantello rossi, ha i capelli acconciati a codino secondo la
moda del Settecento e porta sulla testa un cappello a tricorno, risponde
sussurrando in un analogo apparecchio:
-Perfetto. Anche gli
altri sono pronti. Al mio segnale entrate tutti in azione come convenuto. Quei
terroristi si pentiranno di aver sfidato l’America quando a difenderla ci sono
i Patrioti.-
5.
Il
Senatore del Mississippi Arthur Woodman osserva gli uomini in tuta bianca e
nera che tengono lui ed i suoi colleghi sotto minaccia delle armi e rimugina in
silenzio.
-Ci uccideranno
tutti.- esclama il Senatore della Louisiana Henry Clair, un ometto basso e
dalla folta barba.
-È esattamente quello
che vogliono fare.- replica con calma apparente Andrew Bolt -Avete sentito il
loro comunicato: vogliono far esplodere un’atomica proprio qui con noi tutti
come vittime sacrificali.-
-Crede davvero che
abbiano un ordigno nucleare?- chiede l’afroamericano Richard Miller
dell’Illinois.
-Credo che sia
possibile, sì.- risponde Bolt -Con la tecnologia moderna se si hanno le conoscenze
giuste ed il materiale necessario non è difficile costruirne una… o comprarla.
C’è un’organizzazione criminale che costruisce e vende armi di distruzione di
massa a chiunque possa permettersi di pagarle.-[12]
-Ma è mostruoso!-
esclama ancora Clair,
-Interessante detto
da chi ha votato contro il divieto di commercializzazione dello stesso tipo di
armi che adesso ci stanno minacciando.-
-Non… non è la stessa
cosa.-
-Già, non è mai la
stessa cosa.-
Andrew Bolt si alza e si muove verso
gli uomini armati.
-Ehi, è impazzito?-
-Forse… e forse no.-
commenta Miller imitandolo.
Sorpresi dal gesto dei due politici
gli agenti di U.L.T.I.M.A.T.U.M. tardano qualche istante a reagire poi
intimano:
-Fermi o…-
-O ci ucciderete?-
replica Bolt -Avete intenzione di farlo comunque quindi come minaccia non ha
molto effetto.-
Un istante di esitazione prima di
sparare e prima che il grilletto sia premuto una finestra s’infrange ed uno
scudo rosso bianco e blu saetta nell’aria.
Pochi minuti prima: Capitan America
sta precipitando verso il suolo con le braccia e le gambe spalancate mentre
sotto di lei il tetto del Dirksen Building si fa sempre più vicino.
Improvvisamente qualcosa saetta
accanto a lei e due forti braccia l’afferrano per le ascelle.
-Il suo aerotaxi è
arrivato signorina.- dice una voce ben conosciuta.
-Dovevi arrivare un
minuto fa.- ribatte lei.
-Colpa del traffico.-
replica Falcon.
-È sempre colpa di
qualcosa o qualcun altro.-
-Steve non era così
acido.-
-Io non sono Steve
Rogers.-
-Ah, questo si vede.-
Durante
questo scambio di battute Falcon ha continuato a planare mentre i suoi visori
ad infrarossi scrutano l’interno dell’edificio.
-Curioso che non ci
siano sentinelle.- commenta Cap -Me ne aspettavo parecchie ma…-
Prima che possa finire, Falcon
esclama:
-Problema al terzo
piano. Seconda finestra da destra.-
-Me ne occupo
immediatamente.- replica Liz Mace.
Prende slancio oscillando, poi
piomba contro la finestra ricadendo all’interno. Il suo scudo lascia la sua
mano compiendo un’ellisse e disarnando due agenti di U.L.T.I.M.A.T.U.M. mentre
lei scivola sul pavimento. La sua gamba destra scatta ed un calcio abbatte il
primo avversario. Con un colpo di reni si rialza e sferra un colpo col taglio
della mano al secondo. Ne rimane un terzo che non fa in tempo a sparare che si
ritrova proiettato contro una parete, sbatte la testa e sviene.
-Ottimo lavoro,
Capitano.- commenta una voce alle sue spalle. Cap si volta e replica:
-Grazie Senatore…-
-Bolt, Andrew Bolt.-
risponde lui.
-Bene, Senatore Bolt.
Ora porterò al sicuro lei ed i suoi colleghi poi mi occuperò dei terroristi -
-Possiamo cavarcela
da soli. Ci sono altri ostaggi qui e negli edifici vicini e questi tizi di
U.L.T.I.M.A.T.U.M. sono fanatici decisi a tutto. Deve fermarli. Spero che sia
venuta con i Vendicatori perché da sola non ha molte speranze di riuscire ad
impedire una strage, temo.-
-Ho solo Falcon con
me ma ce la faremo.-
Anche se non sa ancora come.
La ragazza dai capelli biondi ha
avuto facilmente ragione delle sentinelle sul tetto: non hanno nemmeno capito
chi li stava aggredendo.
Con circospezione la ragazza scende
ai piani inferiori, consapevole che prima o poi la fortuna che finora l’ha
assistita l’abbandonerà per questo non è particolarmente sorpresa quando
accade.
-Ferma!-
Una
luce accecante la colpisce negli occhi e quando cessa lei può vedere davanti a
lei una squadra di agenti di U.L.T.I.M.A.T.U.M. guidata nientemeno che dalla
famigerata Anarchy.
-Mi aspettavo
l’intervento di qualche buffone coi colori della bandiera americana…- dice
quest’ultima -… ma speravo in Capitan America.-
-Dovrai accontentarti
di me invece.- proclama l’altra orgogliosamente -Sono American Dream.-
-American Nightmare
sarebbe stato un nome più adatto per descrivere questa nazione. In ogni caso
sei un simbolo ed io i simboli li uccido.-
E senza aggiungere altro Anarchy le
spara.
CONTINUA
NOTE DELL'AUTORE
Cosa dire di quest'episodio? Prosegue la saga
dello scontro con l’Hydra che raggiungerà presto il suo culmine, lo prometto.
Intanto
andiamo a dare un’occhiata ai personaggi apparsi in quest’episodio:
1)
U.L.T.I.M.A.T.U.M, organizzazione fondata
dallo Spezzabandiera, è apparsa per la prima volta su Captain America Vol. 1°
#321 datato settembre 1986 ad opera di Mark Gruenwald & Paul Neary:
2)
Anarchy
è stata invece creata da Chuck Dixon & Sal Velluto su Marc Spector Moon
Knight #8 datato settembre 1989,
3)
Ling
Kwai: è stato creato da Doug Moench & Rudy Nebres su Deadly Hands of Kung Fu
Vol. 1° #12 datato giugno 1975. Non aveva un cognome e glielo ho dato io. -_^
4)
Nelson
Stone è stato creato da Evan Skolnick & Paris Karounos su Web of Scarlet
Spider #3 gennaio 1996. L’idea di promuoverlo e trasferirlo a Washington è mia.
5)
Sonny
Burch è una creazione di John Jackson Miller & Jorge Lucas ed ha debuttato
su Iron Man Vol. 3° #73 datato dicembre 2003. Lì era Sottosegretario alla
Difesa ma io ho preferito usarlo al Dipartimento della Sicurezza Interna dove
potrebbe creare grattacapi ad un po’ di gente.
6)
John
Reynolds è stato inventato nientemeno che da Jack Kirby su Captain America
Annual #3 del 1976. A dire il vero, in quella storia non aveva un cognome ed ho
provveduto io.
7)
Andrew
Bolt è stato creato da Mark Waid & Ron Garney su Captain America Vol. 3° #4
datato aprile 1998.
8)
Il
Senatore Henry Clair è ispirato da un personaggio apparso brevemente nella
graphic novel “Black Widow: the Coldest war” datata giugno 1990. Ad opera di
Gerry Conway & George Freeman. Il suo nome è stato scelto per assonanza con
quello di Henry Clay famoso politico americano della prima metà dell’Ottocento.
9)
Il
Senatore Richard Miller è stato creato da Steve Gerber & Tom Sutton su
Marvel Comics Presents Vol. 1° #2 datato settembre 1988. Anche nel suo caso non
era fornito un nome proprio e ne ho inventato uno.
10) Il Senatore Arthur
Woodman è stato creato da Dan Slott, Christos Gage & Salvador Larroca su
Avengers The Initiative #3 datato agosto 2007. Su di lui ci sarebbero delle
cose da dire ma non è il momento.
11) Il titolo è un omaggio
al brano del 1976 “Anarchy in U.K.” dei Sex Pistols.
Nel prossimo episodio:
più eroi patriottici di quanti forse potreste sopportarne, trame oscure ed
intrighi politici. A presto.
Carlo
[1] Direction Générale de la Sécurité Extérieure, il servizio di spionaggio all’estero francese.
[2] Nome non ufficiale del Secret Intelligence Service, ovvero l’agenzia di spionaggio all’estero del Regno Unito
[3] Vedi ultimi due episodi.
[4] Come visto negli ultimi episodi di questa serie e di Nick Fury.
[5] Capo della sezione permanente in un paese straniero di uno dei servizi segreti russi.
[6] Vedi Deadly Hands of Kung Fu Vol. 1° #12/15 (in Italia su Shang Chi Maestro del Kung Fu #20/21).
[7] Vedi gli ultimi ed i prossimi episodi di Hulk.
[8] Come visto su Lethal Honey #18.
[9] Underground Liberated Totally Integrated
Mobile Army To Unite Mankind.
[10] Come dovrebbe sapere chi ha letto La Guardia dell’Infinito #16/20.
[11] Su Marc Spector Moon Knight #8/9 (in Italia su Il Punitore, Star Comics, #48-50).
[12] Si riferisce ovviamente all’A.I.D., le Avanzate Idee di Distruzione.